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domenica 25 novembre 2012

Da Fleischgasse a via Museo, una strada che cambia volto

Un'antica via Museo da fotobolzano.com
BOLZANO. Nell’agosto del 1908 l’arciduca Francesco Ferdinando si reca in incognito in via Museo, allora Fleischgasse, per fare grossi acquisti nell’antiquariato della signora Weiss conosciuta in tutto il Tirolo meridionale. Sei anni dopo il suo assassinio innescherà la prima guerra mondiale e tutti i suoi orrori. Pochi mesi dopo, nel novembre 1908, un ciclista investe e uccide un poliziotto in via Museo dandosi poi alla fuga. Nel 1918 la strada si allaga, nel 1928 è al centro delle polemiche per l’usanza dei residenti di buttare le immondizie dalla finestra e nel 1943 è ferita dai bombardamenti all’incrocio con via della Roggia dove si trovavano la tipografia Amonn e la casa Waldmueller. Nel frattempo l’odonomastica scrive la sua personalissima storia passando da Fleischgasse alla via Balbo fascista e la via Museo attuale. Chiaramente Fleischgasse non è nome casuale perché qui si ospitava il macello cittadino. Negli anni trova posto lungo questi ciottoli anche la redazione del quotidiano “Dolomiten”.

Oggi gli eventi della strada sono le aperture di Zara, H&M, Eurospar e Calzedonia e quello che nacque come vicolo caratteristico è uno degli scorsi turistici più famosi della città. La indicano le guide, si scorgono profili quasi di ispirazione londinese e da quando si è deciso di farne la casa di Oetzi si è trasformata in punto d’interesse culturale e storico internazionale. Quello che poteva essere un bel bocconcino per un antico produttore di speck è oggi pane per i denti delle multinazionali. Un’occupazione in forze annunciata e partita mesi fa con la rincorsa di “Piazza Italia” che ora ha già innescato un tourbillon di aperture e chiusure come forse via Museo non aveva mai visto. Aprire un esercizio qui prima significava come minimo impegnarsi per un decennio, oggi è lusso concedersi programmazioni di un lustro. Sull’altro lato della medaglia, però, c’è anche un crescente interesse dei piccoli imprenditori per affiancarsi e sfruttare il traino dei grandi. Insomma, in pochi mesi via Museo si è presa il centro della scena strattonando persino via Portici e ora attende il Mercatino con rinnovato protagonismo. Come al solito, però, la storia è al contempo lontana e agganciata al presente: in fondo, infatti, già nel 1908 Francesco Ferdinando venne qui per shopping. Quello che fa nostalgia, forse, è che oggi a Bolzano non vorrebbe mai perché lo stesso negozio lo troverebbe anche nel Centro della sua città.

Alan Conti
TCA ALTO ADIGE TV (Nel telegiornale di oggi)

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