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domenica 11 agosto 2013

Viaggio nella Bolzano abbandonata e disperata

Lo sgombero di ponte Palermo, salutata con grande entusiasmo e sbandieramenti di efficenza, è solo la punta dell'iceberg di una Bolzano dell'abbandono, spesso immersa nel disagio. Una città ombra che cammina parallela a quella di tutti i giorni, a ridosso del luccichio proposto dai turisti. Muovendo i passi dal ritrovamento di ieri di un dormitorio d'emergenza all'interno della ex Speedline abbiamo girato lo sguardo della telecamera negli angoli più dimenticati del capoluogo. Nelle settimane dell'agitazione da bidoncino basta percorrere alcuni metri di via Einstein per accorgersi come sacchi neri e rifiuti di ogni genere punteggino i prati di quella che dovrebbe essere la nuova zona di espansione. Rimanendo in Zona industriale ecco la vecchia sede dell'Omnis dove all'entrata ci accolgono alcuni frigoriferi abbandonati e, incredibilmente, nel cortile interno uno scooter completamente sventrato. Targa abbondantemente rimossa, ma la presenza di qualche adesivo, le manopole personalizzate e il numero di telaio dovrebbero permettere di ricomporne in parte il destino. Verso il retro dell'edificio, ormai un rudere blindato, ecco fare capolino un giaciglio di fortuna di qualche senzatetto con vestiti ormai lerci e macchie nere che lasciano presagire piccoli fuocherelli di riscaldamento. Tappa a Oltrisarco dove all'interno dell'ex Anas tutto sembra sospeso fuori dal tempo. Garage e pompe di benzina che sembrano un set cinematografico d'annata introducono alle casupole rosse lasciato al loro destino da quasi un decennio. L'unico barlume di civiltà è la casetta abitata esattamente sotto la chiesa del Calvario. Per qualche settimana la zona doveva essere l'eletta per un nuovo centro culturale e musicale per giovani e ragazzi, ma oggi rimane buona solo come magazzino delle vecchie rampe dello Skate Park. Ai Piani la situazione non è più rosea perché basta soffermarsi al civico 36 di via Macello per imbattersi nell'ormai rudere Ferrotel, il dormitorio dei macchinisti delle ferrovie ormai totalmente lasciato a se stesso. Le logiche di organizzazione interna di Trenitalia hanno drasticamente ridotto le dormite fuori città rendendo di fatto sempre meno indispensabile la struttura che oggi langue desolata, sia nel suo corpo centrale sia nelle dependance rivolte verso la strada. Oltre alle erbacce altissime, comunque, la certosina e attenta chiusura di ogni possibile varco, con finestre chiodate e porte murate, ha impedito l'ingresso a chi cerca un tetto di fortuna. Paradosso effimero, peró, il collocamento di un bidoncino apposito esattamente all'esterno del palazzo fantasma. La congiuntura difficile di enti e proprietà interessate, comunque, lascia il timore che nulla si possa sbloccare prima dell'intervento sull'areale. A fronte dello sgombero di ponte Palermo, invece, ecco che sotto ponte Talvera si trova un medesimo accampamento di fortuna, con materasso e mobili improvvisati, che troviamo occupato dal proprietario. Senza contare alcuni accampamenti di nomadi che resistono in via Avogadro con parecchi mezzi, ma anche in via Einstein e in via Francesco Baracca prima dell'aeroporto. Tutti luoghi dove le difficoltà sociale non sono stati spazzati via dal lamento di qualche politico ma reclamano perlomeno la ricerca di una soluzione che sia umana e urbanistica. Tutti esempi che non sono nemmeno esaustivi della Bolzano dimenticata a cui si potrebbero aggiungere il palazzo che ospitava il giornale Alto Adige oppure l'edificio giallo nel centralissimo incrocio tra via Cassa del Risparmio e via Museo o ancora tutte le strutture del Virgolo, la zona aeronautica di via Novacella i tanti negozio chiusi, alcuni da decenni, e i cantieri fermi, Firmian e Guncina insieme. Non si tratta certamente di operazioni facili e non sono sempre situazioni imputabili all'amministrazione o alla volontà di qualche privato, ma in una città che ha sete sfrenata di terreni e vede per questo prezzi immobiliari stellari vien da sorridere a sentir parlare di convegni e certificazioni per risanare il costruito. Sarà bene cominciare a pensare di risanare anche il distrutto. 
Alan Conti
Nel telegiornale di oggi tutte le immagini

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