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mercoledì 6 novembre 2013

Il Comune: "Basta monete ai mendicanti"

Oltre al lamento e al fastidio ora il Comune infila nelle tasche dei cittadini un nuovo ideale strumento per far fronte al problema mendicanti. Si chiama "Aiutaci ad aiutare" l'iniziativa che prevede una brochure riassuntiva di tutti i punti di assistenza per i senzatetto sparsi nella città. Con la collaborazione di Assb, Caritas, San Vincenzo e Volontarius, dunque, si propone ai bolzanini un contributo di assistenza concreta da porre nelle mani e nei berretti dei questuanti. Forse più utile della solita monetina. "Ognuno - interviene l'assessore comunale alle politiche sociali Mauro Randi - ragiona secondo la propria coscienza, ma è giusto che si sappia che a Bolzano nessuno muore di fame. Oltretutto noi operiamo con misure che evitino l'effetto calamita predisponendo aiuti per chi realmente abita a Bolzano. Così diventa fondamentale entrare in modo incisivo sotto l'aspetto assistenziale anche per far conoscere ai bisognosi che esistono strutture vicine in grado di aiutare a tutto tondo. Non solo, in questo modo la cittadinanza potrà collaborare anche a livello concettuale in un progetto più completo della semplice donazione. Attenzione, comunque, che nessuna strategia eliminerà totalmente il fenomeno dei senza tetto perché alcune persone hanno liberamente scelto questo stile di vita e non possiamo pensare di imporli un cambio di mentalità". Non è obbligatorio, comunque, avere una mappa per portare avanti il progetto: "Si può benissimo suggerire una struttura che si conosce anche come semplice informazione. Stiamo pensando a un semplice biglietto da visita". La generosità dei bolzanini può, infatti, essere controproducente: "Paradossalmente è così - riprende Randi - perché si alimenta un mercato. Il mio consiglio è di ragionare in termini di assistenza collettiva". Quanti sono, peró, e da dove arrivano questi mendicanti? "Noi contiamo 100-150 identificazioni mensili, anche se alcune si ripetono" risponde la tenente della polizia municipale Nives Fedel. "C'è una certa viabilità delle presenze, fino ad agosto la stragrande maggioranza era di provenienza rumena, poi Nigeria o Ghana. Nel mese di settembre hanno cominciato ad aumentare i rom della Slovacchia. In pratica abbiamo dei flussi, ma non possiamo dire ci sia una tratta. Rispetto al passato siamo più o meno in linea. Contiamo sia persone che abitano in città sia in arrivo da fuori anche se abbiamo effettuato diversi sgombri di accampamenti precari da punto di vista igienico sanitario. Molti vivono in macchina". L'arrivo in treno di tanti di loro non è strettamente legato al capoluogo: "Operano in varie città diversificando le zone, lo abbiamo capito intrecciando i dati". Gli incassi, peró, paiono essere decisamente interessanti: "I cambiamonete parlano di 80-100 euro al giorno. È un'indicazione senza riscontri ufficiali". Sul tema interviene anche Bruno Marcato, direttore Assb: "Noi non diciamo di non dare le monete perché siamo cattivi, ma solo per alimentare un circuito assistenziale che sia positivo slegato dal guadagno quotidiano che, purtroppo, a volte è il vero obiettivo dei questuanti". "C'è una parte emotiva - riprende Randi - di cui va tenuto conto, ma dobbiamo essere abbastanza maturi per entrare nella dimensione più prettamente di aiuto. Non penso che infilare nelle mani di questi mendicanti 80/100 euro al giorno possa davvero rappresentare una soluzione. Intanto nelle zone che sappiamo essere più soggette all'accattonaggio rafforzeremo la presenza di agenti, anche in borghese, per prevenire e semmai punire l'accattonaggio molesto". Per quanto riguarda Volontarius l'associazione é impegnata a monitorare eventuali situazioni di sfruttamento.
La mappa arriverà per posta e chiunque ne voglia di più può richiederne. Sembra paradossale ma considerando l'incasso potenziale un'indicazione può essere decisamente più utile di una manciata di centesimi. Si aiuta il mendicante, ma si aiuta anche la città.
Alan Conti

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