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martedì 14 gennaio 2014

Tutti in difesa dell'autonomia

Hanno messo il mirino e hanno sparato. E' questa la sensazione che serpeggia il giorno dopo la trasmissione “Porta a Porta” che ieri ha passato in rassegna i privilegi autonomistici in faccia al presidente Arno Kompatscher: dal welfare con le badanti pagate dalla mano pubblica ai dentisti per i bambini fino ai 15 anni per arrivare al coinquilino Ipes che guadagna duemila euro e che difficilmente, oltre che giustamente, rimarrà tale dopo i cinque minuti di celebrità televisiva nazionale. Sul banco degli imputati finisce dritto dritto Bruno Vespa, responsabile del programma, attaccato senza mezzi termini dal deputato Sel/Verdi Florian Kronbichler: “Che pena, un vero attentato al buon giornalismo – le sue parole – in un'orgia di luoghi comuni inadatta all'ammiraglia della televisione pubblica. Al posto di un serio interrogatorio si è assistito a un misero agguato: l'obiettivo è stato quello di criminalizzare l'autonomia”. Alza la voce anche la consigliera provinciale di Team Autonomie Elena Artioli: “E' inaccettabile che venga invitato il Landeshauptmann a una trasmissione dove i presenti dicharino di non aver mai neppure letto il nostro Statuto d'Autonomia. Con 500mila residenti siamo un territorio con i conti in ordine e che paga la sua quota di solidarietà a Roma con oltre un miliardo”. Immancabile la carezza a Kompatscher: “Ha espresso bene la nostra situazione”. Caustico è anche un tweet del direttore del quotidiano “Alto Adige” Alberto Faustini: “L'Italia televisiva ha il diritto di capire, il servizio pubblico ha il dovere di spiegare”. Da fuoco amico, infine, i 160 caratteri di Rai Sender Bozen: “Vespa chiede a Kompatscher più solidarietà per il resto d'Italia? E' necessario commentare?”. Ci sarebbe un'altra domanda che forse Vespa ignora: chissà se conosce il forte sostegno finanziario che la Provincia garantisce alla sua Rai anche in virtù di quei programmi delle minoranze linguistiche che, guarda un po', sono tutelate dallo Statuto.
Alan Conti

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