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venerdì 21 febbraio 2014

Kostner, ecco il lampo olimpico

Che le Olimpiadi siano sempre state per Carolina Kostner una sorta di shock lo capisci dal suo candido ammettere di non ricordare nulla della prova che a Sochi le ha consegnato ieri quella medaglia che sembrava stregata. Stavolta, però, tutto volge al positivo dopo i nervosismi e i fallimenti di Torino 2006 e Vancouver 2010. “Non regge la tensione” si diceva e invece stavolta ha retto anche il palco di uno spettacolo sul ghiaccio che le ha garantito un terzo posto con il punteggio stellare di 142.61. Cinque medaglie ai Mondiali (un oro, due argenti e due bronzi) e nove agli Europei (cinque ori, due argenti e due bronzi) non potevano rimanere senza l'accompagnamento del lampo più accecante: quello olimpico. Poco importa che sia bronzo il metallo in una gara in cui le hanno preferito la sudcoreana Yu Na Kim e la russa Adelina Sotnikova dimostrando di sapere perfettamente in quale Paese si trova Sochi. Quel Bolero gardenese, però, ha un significato tutto suo nello spazzare le nubi e regalare la luce che merita a una carriera che Carolina sembra voler chiudere a breve per dedicarsi a quella vita “normale” che non ha mai nascosto di volere e ricercare anche nel modo di porsi. In questo un'affinità incredibile con l'altra eroina di casa Tania Cagnotto che con le medaglie olimpiche (e i giudici) ha ancora un conto aperto. Subito dopo la prova le hanno chiesto se questo bronzo riscattasse Vancouver e Kostner ha rispedito al mittente le amarezze: “Quelle Olimpiadi le avevo già dimenticate da un pezzo”. La destrutturazione delle aspettative che esasperano la pressione: è la testa dei grandi campioni, è la leggerezza che si è allacciata ai pattini. Non importa se Alex Schwazer sia ancora il suo fidanzato o meno: importa che fosse davanti alla tv con un taccuino a segnarsi la lezione. Dalle donne c'è sempre da imparare.
Alan Conti 

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