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venerdì 3 ottobre 2014

Da Marion a Marian: "Il mio cambio di sesso"


Essere nel posto sbagliato al momento sbagliato è una di quelle sensazioni che pungono sulla pelle. Figuriamoci trovarsi costantemente nel corpo sbagliato come racconta, con molto coraggio, Marian Oberhofer, insegnante di scuola primaria ad Appiano che ha deciso di mutare la propria identità sessuale. Da donna a uomo. Si è raccontato partendo addirittura dall’asilo, da quei vestiti da bambina che proprio non sopportava. “Mi sentivo costantemente a disagio – spiega a Video33 – e cominciavo a manifestare i primi segnali di insofferenza”. Con il passare degli anni e lo sviluppo della sessualità per Marion (così il nome alla nascita) la questione si è fatta decisamente seria. “Mi sono fatto aiutare da uno psicologo di Merano perché non è semplice gestire una situazione costantemente fuori sincronia con il proprio sentire. Dover sempre spiegare e doversi sempre spiegare è una condanna che non sempre si sopporta”. Poi un articolo ha catturato la sua curiosità: “Sono venuto a conoscenza della possibilità di cambiare aspetto in modo graduale”.

 Quel che non manca a Marian, evidentemente, è la personalità per iniziare un mutamento radicale. Il perbenismo lessicale oggi parla di transidentità, la vulgata popolare transessualità, ma quel che conta è la sostanza: cercare il sole di apparire come ci si sente dietro anni di pioggia fallace. Due anni di terapia.  “Proprio così e la strada è quella dell’assunzione di ormoni maschili. La voce si abbassa, aumenta il pelo, spunta la barba e qualcuno parla di un aumento dell’aggressività, ma io non l’ho avvertito. E’ un percorso che ognuno è libero di cominciare, meglio se con il supporto costante di uno psicologo. Ora, però, desidero l’operazione chirurgica ma già so che dovrò rivolgermi all’estero. Purtroppo”. Oberhofer, però, oltre ad affrontare famiglia, amici e conoscenti ha dovuto mettere sul piatto pure una professione delicata: l’insegnante, quindi educatore. “Vero, per quello ho scritto delle lettere ai genitori dei miei alunni. Ho spiegato quello che stavo facendo e per quali motivi. Devo dire che hanno capito e ho avuto solo reazioni positive. I bambini, poi, si abituano in fretta e già adesso mi chiamano Marian al maschile”. Delle due l’una: o Appiano è un feudo dell’apertura mentale alla libertà sessuale oppure qualcuno ha fatto buon viso a cattiva sorte. “L’hanno colta bene e io ne sono contento. Piuttosto è la legislazione italiana a essere molto indietro su questo fronte. I tempi per un simile cambio di identità sono esageratamente lunghi e creano inevitabili difficoltà”. L’associazione Centaurus, intanto, ha istituito un gruppo di mutuo aiuto. “Ci incontriamo il mercoledì sera e ciascuno di noi parla della sua esperienza. E’ un’atmosfera molto libera e intensa: è importante potersi aprire con chi affronta le stesse difficoltà sociali. Ci si sente sicuramente meno soli o deboli”. Marian, insomma, ha apertamente salutato Marion aprendo la sua esperienza al mondo ed esponendosi ai venti della critica e dei commenti. Per l’anagrafe, invece, sarebbe un semplice cambio di vocale. Ci ha messo meno lui.

 Alan Conti (www.altoadige.it)

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