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sabato 8 novembre 2014

Teresa, una spagnola alla Caritas per volontariato

“Bolzano è un piccolo paraiso”. Lo dice proprio così, mescolando l’italiano allo spagnolo perché sciogliere una lingua nell’altra è prassi quotidiana per Teresa Lapresa, spagnola di 27 anni impegnata per un anno alla Caritas nel l’ambito del progetto “Erasmus Plus”. Facile tra idiomi latini, verrebbe da dire, ma Teresa è arrivata alle nostre latitudini sull’onda del tedesco in un percorso che è quello del servizio civile volontario. “Volevo provare questa esperienza e, avendo studiato tedesco a scuola e ad Augsburg, mi hanno subito proposto la Caritas bolzanina”. Il che non è esattamente banale perché Teresa è originaria di Logroño, Regiona La Rioja a un tiro di schioppo da Bilbao. Terra d i vino e buona gastronomia, ma non proprio zone dai frequenti contatti con la realtà altoatesina. “La fortuna ha voluto che qui cercassero qualcuno esperto di comunicazione con nozioni di tedesco. Io sono laureata in comunicazione audiovisiva e giornalismo: volevo un’esperienza di vita”.


 Vitto, alloggio e 265 euro al mese: questi gli strumenti per provarci. “Bastano e avanzano – racconta con un sorriso da prendere nota – perché questi mesi mi stanno regalando contatti umani che sono un arricchimento continuo”. Binario 7, Casa Freinademetz, Casa Margaret, Street Life, Young Caritas: dai problemi di dipendenza agli stranieri in cerca di inserimento, passando per i giovani all’uscita delle discoteche. C’è di tutto nel lavoro di una ragazza che non nasce professionista del sociale. “La curiosità fa parte dell’essere giornalisti o comunicatori e parlare con utenti, educatori e colleghi rappresenta una crescita costante. Mi fa sorridere come tutti si stupiscano di vedere una spagnola che parla meglio il tedesco dell’italiano. Rimangono sbalorditi”. Il che non significa affatto che ignori la lingua di Dante. “L’ho imparata in questi mesi, tanto affascinante quanto irregolare. Per nulla comoda: si dice “comoda” anche in italiano no?”.


 Non è facile, però, trovare uno spagnolo in Alto Adige. “No, è vero, ma il nostro Paese attraversa una crisi spaventosa e sempre più giovani espatriano. Abbiamo il 50% di disoccupazione giovanile e il lavoro va cercato seguendo altre strade. La realtà altoatesina, al confronto, fa i conti con una crisi più gestibile. Moltissimi dei progetti della Caritas o del welfare che voi avete la bravura di finanziare in Spagna non sono nemmeno immaginabili”. Intanto la “prensa” iberica si è incuriosita e già alcuni articoli raccontano di questa connazionale sospesa tra italiano e tedesco portando, così, il nome di Bolzano in Spagna. “Siete una realtà che stupisce, inserita in un contesto ambientale meraviglioso”. Da costruirci un futuro anche oltre l’anno di servizio civile europeo? “Mi piacerebbe molto, ma la vita costa cara e devo trovare una soluzione che mi permetta di affrontarla. Forse mi concentrerò sull’insegnamento delle lingue”. L’italiano, comunque, è mediamente curioso della realtà spagnola. “Sì, assolutamente, ma non bisogna fermarsi alle sole Madrid e Barcellona. Io lo dico a tutti: visitate Bilbao e vedrete una Spagna diversa e altrettanto affascinante. Mai smettere di essere curiosi. Mai”.
Alan Conti (Alto Adige)

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